Cosenza, il campo conta poco: tra caos societario e abbandono emotivo, la B è un miraggio

Dopo una stagione segnata da penalizzazioni, spaccature interne e amarezza, la salvezza del Cosenza sembra più una suggestione che un obiettivo concreto. E anche una buona prestazione come quella di Frosinone finisce nell’ennesimo rammarico.
09.04.2025 11:00 di  Stefano Bentivogli   vedi letture
Cosenza, il campo conta poco: tra caos societario e abbandono emotivo, la B è un miraggio
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In una stagione segnata da errori, tensioni e un malcontento ormai viscerale, il rettangolo verde è diventato quasi un dettaglio marginale. I quattro punti di penalizzazione, le controversie societarie e l’assenza totale di sintonia tra la tifoseria e la proprietà hanno frantumato la connessione con il progetto sportivo.

I Lupi, ora di nuovo guidati da Massimiliano Alvini dopo l’intermezzo confusionario targato Belmonte-Tortelli, sono sull’orlo del baratro. I numeri non mentono e la classifica parla chiaro: la Serie C è sempre più vicina e nemmeno i più ottimisti, tra cui i bookmakers, sembrano disposti a credere in un miracolo.

Il vero crollo è mentale

Più della distanza – sei punti dal quart’ultimo posto – il vero ostacolo è lo stato d’animo della squadra. Il pareggio-beffa di Frosinone, maturato al 97' dopo un’espulsione discutibile e un recupero generoso del direttore di gara, ha tolto altra linfa a un gruppo già logorato dalle pesanti sconfitte con Catanzaro e Pisa.

Eppure, qualche spunto positivo era emerso. La squadra, pur con limiti evidenti, aveva saputo lottare in Ciociaria, mostrando spiragli di compattezza e reazione. Ma l’ennesimo episodio sfavorevole ha lasciato solo rabbia e frustrazione.

Rimpianti e occasioni buttate

Il Cosenza avrebbe potuto e dovuto raccogliere di più. Se quel 2-1 a Frosinone fosse arrivato, oggi i punti sarebbero 28, a sole quattro lunghezze dalla zona playout. E con lo scontro diretto contro il Brescia in casa, il 12 aprile, si sarebbe potuto realmente riaprire tutto. Ma così non è. Il margine è salito a sei punti e le giornate rimaste sono solo sei. Lo spazio per recuperare si restringe, e con esso anche la convinzione.

Frattura insanabile con la piazza

A rendere tutto ancora più pesante è il rapporto ormai logoro con la tifoseria, che nonostante tutto continua a esserci. Anche a Frosinone, i sostenitori rossoblù hanno dato prova di presenza, cuore e attaccamento, a dispetto di una dirigenza che appare scollegata dalla realtà del campo e della piazza. L’assenza di dialogo e progettualità ha scavato un solco che ora condiziona anche l’ambiente interno allo spogliatoio.