GAME OVER, INSERT COIN... TO CONTINUE PLAYING.

"Un singolo errore non uccide. E' la somma di più errori che uccide. Prendete un qualunque fatto di cronaca: dalla tragedia del Titanic, a una rissa al bar. Vi accorgerete che non è il singolo errore ad aver determinato la tragedia, ma la somma di più errori. Non è mai lo sguardo o la parola di troppo, sono gli sguardi seguiti dalle parole di troppo ad accendere la miccia. Quando l'errore è singolo, non è detto che porti necessariamente ad uno svantaggio. Nessun errore è irreparabile, ciò che è irreparabile è la somma di più errori. E' come una partita a scacchi: a volte devi rinunciare a recuperare un pezzo perduto, se invece continui a difendere una posizione ormai disperata rischi di perdere la partita. L'importante è imparare da ogni errore. Quando sbagli, ciò che devi evitare è di comportarti come una mosca: una mosca non impara mai dagli errori. Accade spesso che le mosche riescano ad entrare dalla fessura di una porta e poi non riescano più ad uscire da una finestra apparentemente spalancata. Ti è mai capitato di vedere volare una mosca verso la libertà e cozzare contro il vetro di una finestra? Ma le mosche sono testarde: l'insetto ci riprova, con più rincorsa, cade di nuovo, si rialza e riparte. La testardaggine è buona, solo se tra il momento in cui cadi e quello in cui ti rialzi, ti dai il tempo di imparare qualcosa: prendere più slancio motivazionale senza studiare una strategia diversa, è ciò che accade alle mosche; le hai mai viste stecchite sul davanzale?? Non le ha uccise il vetro, le ha uccise l'errore reiterato senza imparare nulla dal precedente: non fare come le mosche!" (Lorenzo Ait)
L'immagine spettrale del Marulla nel momento in cui i calciatori sono in campo per il fischio d'inizio, vale più di mille parole. Lo sarebbe ancor di più osservando la curva Sud, che fortunatamente nell'immagine non è in favore di obiettivo. Il settore pulsante del tifo di una volta, o almeno quello che rimane di esso, desolatamente vuoto e riempito soltanto da uno striscione poliglotta, diventato ormai un meme sui social:
"Go away, Vattene, Vavatinni. Chiaro?!?".
Basterebbe soltanto questo a descrivere la situazione paradossale che si vive nel Cosenza Calcio, disilluso e mortificato da una gestione ai limiti del professionismo, dove la comunicazione diventa un' optional e la programmazione viene vista quasi come una brutta parola. Si vive alla giornata, sperando nella buona sorte. Una tifoseria umiliata da una società inadeguata, come ribadito dalla sentenza del Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni, nella quale viene contestata "l'inefficienza organizzativa ed amministrativa del modello di gestione, ritenuto inidoneo a prevenire l'illecito". Perché è troppo facile scaricare le responsabilità sugli altri, se non si è capaci di adottare un sistema di verifica e di supervisione delle funzioni svolte da ogni singola componente.
Tutto ciò si riflette inevitabilmente sul terreno di gioco, dove gli 11 ambasciatori dei colori sociali, non sono altro che la rappresentazione plastica di chi li governa. Se vogliamo proprio rimanere a ciò che accade in campo, ieri si stava assistendo all'ennesima spettacolo, in cui l'avversario porta a casa 3 punti senza tirare in porta. E l'autorete, da fare invidia al compianto Comunardo Niccolai, di uno dei giocatori più tecnici in rosa, testimonia come la testa conti più delle gambe e quando non c'è serenità e determinazione in un spogliatoio, le colpe non possono che essere attribuite a chi sovraintende tutta "l' organizzazione" che mai come quest'anno è stata silente di fronte agli arbitraggi a dir poco tendenziosi e tutto ciò condiziona inevitabilmente l'umore e lo spirito di chi deve scendere in campo, nella totale noncuranza di chi comanda.
In settimana, la società ha risposto alla richiesta sottoscritta dai rappresentanti della comunicazione calcistica cosentina, circa la convocazione di una conferenza stampa da tenere congiunta tra il sindaco Franz Caruso, il presidente della provincia Rosaria Succurro oltre ovviamente agli amministratori del Cosenza Calcio, "spinti dall'impellente bisogno di fornire un'informazione chiara alla cittadinanza, alla tifoseria e a tutto l'ambiente che ha a cuore le sorti del Cosenza, motivati dalla necessità, non più procrastinabile, di trasparenza totale per dissipare ogni genere di dubbio sul futuro delle sorti rossoblù", condividendo l'esigenza di trasparenza e correttezza, "che devono essere alla base del rapporto tra società, stampa e ambiente" ha in buona sostanza preferito rimandare l'eventuale incontro richiesto ad una fase successiva della stagione, dato che al momento "le energie di tutte le componenti societarie sono rivolte al campionato in corso e al raggiungimento prefissato del Club".
Vorremmo ricordare, che stiamo ancora attendendo l'incontro informale, chiarificatore della risoluzione dei problemi economici emersi ad inizio stagione, promesso per dicembre dal presidente Guarascio, nella pancia del San Vito-Marulla, davanti ai giornalisti convocati per "sostenere la società" , la quale garantiva di non lesinare "enormi sacrifici" per mantenere la categoria. Sarà un caso che da allora la squadra è finita in una spirale negativa di risultati e successivamente il direttore generale Beppe Ursino sia scappato alla vigilia del derby di Santo Stefano?
La notizia rilanciata ieri in esclusiva sul profilo X del telecronista Dazn, Orazio Accomando, sull'intenzione della società di valutare il ricorso al Tar per la penalizzazione dei 4 punti inflitta a fine agosto, non lascia trasparire nulla di buono circa le volontà della proprietà di resettare tutto e ripartire con nuove intenzioni. Credere che possano essere restituiti i 4 punti dopo le motivazioni espresse dalla Corte Federale, equivale a fare proprio come le mosche.
Viene spontaneo chiedersi: non era più semplice investire nel mercato di gennaio, come fatto in ogni campionato per salvare la stagione e dare al mister quei giocatori di esperienza e di categoria che erano stati chiesti ad agosto? Non era normale, dopo 14 anni di gestione, dotarsi di un sistema di gestione in grado di supervisionare l'efficienza organizzativa? Era complicato comprendere che i malumori dei tifosi sui social nel mese di dicembre sulle voci non controllate relative alla trattativa con il fondo arabo mai smentite pubblicamente, dovessero essere trattati in maniera diversa rispetto alla censura di un ambiente che aveva soltanto bisogno di chiarezza? Ci volevano oltre 3 mesi per dotarsi di un nuovo dg che non viene neanche presentato e non si sanno ancora le funzioni per le quali è stato tesserato?
Se l'obiettivo era quello di ritrovarsi davanti uno stadio desolatamente silenzioso e rassegnato, con una classifica che sa di condanna a 450 minuti dalla conclusione, allora non c'è che dire: è stato completamente raggiunto.
Ma ora che il giocattolo si è inevitabilmente rotto ed il ciclo sembra essere decisamente concluso, che cosa si vorrà fare della parte più consistente della Holding Imprenditoriale 4El Group? Si darà seguito ai proclami espressi nei comunicati ufficiali, in cui si rassicura che qualsiasi iniziativa relativa alla cessione societaria verrà condotta nel rispetto e nella tutela del patrimonio del Cosenza e di tutta la sua provincia?
Di sicuro, ciò che è certo, è che chi sarà chiamato nel prossimo futuro a gestire le sorti del mondo pallonaro, dovrà sicuramente avere ambizione, passione e rispetto per le sofferenze di chi ama questi colori, coinvolgendo la tifoseria e tutelandola in tutte le sedi.
Perché se non si ha la possibilità o... la volontà di investire, per dare il futuro che merita una piazza che vive di calcio, allora si che è giusto silenziarsi e magari farsi da parte. Per non fare più come le mosche.