IL FANTASTICO MONDO (AL CONTRARIO) DI NARNIA CITY

Riavvolgendo il nastro di una sceneggiatura tragicomica e paradossale si scorgono risvolti inquietanti e tendenziosi.
E' ora che qualcuno si svegli e torni a dare segni di vita concreti.
23.03.2025 17:00 di  Pasquale Riganello  Twitter:    vedi letture
I luoghi di Narnia
I luoghi di Narnia
© foto di bellaumbria.net

Il sole esiste per tutti, recita così il testo di una canzone di Tiziano Ferro. O meglio, si potrebbe affermare che altrove esista un pò di più.

Ebbene, leggendo una recente classifica realizzata dal Corriere della Sera, in collaborazione con il Meteo.it, in merito all’indice di vivibilità climatica, calcolata sulla base di 17 parametri meteorologici, si scopre che nel 2024 la città di Cosenza risulti la prima in Italia per giornate di sole, la seconda per temperatura percepita oltre ad essere la quarta per escursione termica.

Un vero contrappasso che sa proprio di beffa, per il tifoso dal sangue rossoblu, che non vede più il sole da tanto, troppo tempo.

Sembra sia passata infatti un’eternità da quel famoso 14 giugno, quando nel cuore di quella che poi sarebbe diventata la storica conferenza stampa di presentazione del nuovo staff dirigenziale, il presidente Eugenio Guarascio annunciava tremante e trattenendo a stento le risate, il riscatto del calciatore simbolo della tifoseria.

Crediamo si possa affermare senza timore di smentita come sia quello il momento chiave in cui nel Cosenza Calcio si sia voluta raccontare una narrazione dal genere “high fantasy”, dove neanche Clive Staples Lewis, l’autore della celeberrima serie di romanzi ambientata nella ridente città umbra di Narni, non troppo lontana poi da Cascia, sede del ritiro del Cosenza Calcio che si sarebbe svolto di lì a poco, avrebbe potuto descriverla meglio.

Non passò neanche un giorno da quell’annuncio che il procuratore di Tutino pensò bene di spegnere le ambizioni dei tifosi che già pregustavano una stagione ricca di soddisfazioni e di annunci importanti, ricordandoci che non si può sognare con una gestione aziendale alla casalinga maniera.

Detto fatto, lo scugnizzo napoletano non completò neanche il ritiro per trasferirsi a Genova, in un’estate che ha visto la partenza di tanti calciatori importanti, ma che avevano come difetto quello di guadagnare troppo gli standard di questa società.

Quindi a metà luglio, la mancata iscrizione al campionato della squadra femminile (dal misero costo di 3.800 euro) che con enormi sacrifici aveva conquistato sul campo la promozione in serie C. 

Nel frattempo, tanto per non fare mancare nulla, arrivò nel bel mezzo dell’estate afosa la notizia dei mancati emolumenti agli steward per la stagione precedente, così da mettere a rischio l’inizio della stagione allo stadio Marulla, con i conseguenti ritardi nell’avvio delle prevendite. Ed anche qui parliamo di cifre misere, se consideriamo le poche centinaia di euro all’anno per ogni steward. Importi che, nel secondo campionato nazionale, fanno sinceramente impallidire.

Vuoi poi che si inizi la stagione senza polemiche e paure? Non esageriamo! Arriva così la scure della Corte Federale negli ultimi giorni di calciomercato, ad annullare i 4 punti conquistati con merito sul campo dalla squadra di Alvini. Ma la società, come se fosse una cosa del tutto normale (a Bergamo… o giù di lì!) tranquillizzava la tifoseria con uno scarno comunicato dove preannunciava il ricorso, dicendosi sicura della restituzione totale e magari anche delle scuse della Federazione, della serie “Abbiamo scherzato, potevate pagare in ritardo e che vuoi che sia una falsa attestazione di pagamento”.

Inutile ricordare come i ricorsi successivi siano finiti alla stessa stregua dei sogni di chi ama questi colori.

Come dimenticare poi l’uscita di scena sotto Natale del direttore generale Beppe Ursino, figura che va rimarcato come non duri più di 5 mesi con questa proprietà, che con un semplice comunicato di due righe annunciava di dover abbandonare il proprio lavoro per problemi di salute. 

Portando sempre il dovuto rispetto all’uomo, prima ancora che al professionista, sarebbe stato necessario dire qualcosa in più, per rispetto verso i tifosi a cui egli stesso prometteva mesi addietro un campionato di livello ed uno stadio colmo di anime ruggenti. Ma a volte il silenzio si dice sia d’oro e quindi comprendiamo che non tutto si può dire per ragioni di opportunità.

Ma il colmo del grottesco, c’è da dire che si è raggiunto a fine anno, quando nel bel mezzo della ridda di voci sulla trattativa con il fondo arabo (mai smentita a differenza del passato) la società ha pensato bene di bloccare i commenti social sotto i propri post, ispirandosi probabilmente al partito marxista-leninista bulgaro del secondo dopoguerra.

Arriviamo poi alla conclusione del mercato di gennaio, quello che per questa società è stato sempre di riparazione ma per certi versi si può anche tranquillamente scrivere della “restaurazione”, in cui ogni porta è stata sbattuta in faccia al malcapitato Ds Gennaro Delvecchio, che anche quando era riuscito a convincere alcuni calciatori di esperienza a sposare il progetto Guarascio Calcio, si trovò letteralmente stoppato del Deus ex machina di viale Magna Grecia, perché si sa… il denaro sonante è l’oppio dei tifosi e dei procuratori, evidentemente.

Ma le mortificazioni per i tifosi rossoblu non sembrano finire qui, perché pare non sia bastato neanche aver perso un derby a Catanzaro come se fosse un allenamento contro la formazione primavera, bisogna anche leggere dai comunicati della società sulla necessità di essere focalizzati e stringersi tutti insieme verso l’obiettivo comune della salvezza.

A questo punto viene lecito chiedersi e vorremo anche che qualcuno in società ci spiegasse: ma a cosa deve aggrapparsi il tifoso? Salvarsi per vedere lo stesso modus operandi già trito e ritrito in questi lunghi 14 anni? Mantenere la categoria per restare intrappolato nei propri sogni e sentirsi truffato da una società che pensa esclusivamente al proprio “brand”, gestendo un club professionistico alla stessa stregua di un club dilettantistico? 

Si dà il caso che il tifoso ha un’anima e pretende rispetto e soprattutto coinvolgimento. Nel bene e nel male.

Siamo costretti a ricordare il monito di inizio stagione, a chi non vuole proprio sentirci: "chi va da solo va veloce, chi va insieme…va lontano".

E a queste latitudini, si sta guidando in autostrada a 250km orari di notte e senza fari verso uno schianto inevitabile e traumatico.

Che qualcuno si svegli, prima che sia troppo tardi.