Soldato Aldo, è tempo di diventare grande. Guidi i compagni oltre i propri limiti

Ci sono bivi importanti nella carriera di ognuno. Arrivano improvvisamente occasioni per mostrare a tutti la crescita, non solo dal punto di vista professionale, ma soprattutto dal punto di vista umano e di leadership. Soltanto chi riesce a leggere con lucidità, l'importanza dei momenti, è in grado di cogliere tali opportunità e prendere la palla al balzo per fare un salto quantico che li proietta verso il raggiungimento dei propri sogni.
Quello che sta capitando ad Aldo Florenzi, è proprio una di quelle potenziali sliding doors da non lasciarsi scappare. Il significato morale dell'espressione inglese è ancora più esplicito: fa riferimento ad un elemento assolutamente imprevedibile, che può cambiare la vita di una persona in modo altrettanto insospettabile, con particolare riferimento all'ineluttabilità del destino, che ti porta a cambiare indipendentemente dalla tua volontà, perché entrano in gioco altre considerazioni che ti portano a fare/subire determinate scelte.
Proprio come nell'omonimo film del 1998 diretto da Peter Howitt, che vede protagonisti Gwyneth Paltrow e Hohn Hannah, in cui si narra la storia di Helen che, per una serie di coincidenze, perde la metropolitana che l'avrebbe portata al lavoro e tornata a casa, scopre il marito a letto con l'amante.
La trama esprime chiaramente il senso delle "porte scorrevoli", traduzione letterale del termine, intendendo non solo quelle della metro che si chiudono, ma anche quelle della vita di Helen, mettendo alla luce sia ciò che realmente accade ed anche cosa sarebbe successo se le porte si fossero chiuse qualche istante dopo.
E se la scelta di Alvini di sfilare la fascia di capitano al portiere Micai, per affidarla al furetto di Nuoro fosse una sliding doors nella carriera di quest'ultimo?
Quel che è certo è che, dopo essere usciti dai radar sia D'Orazio per scelta tecnica che Garritano per cause di forza maggiore, il tamburino cresciuto nelle giovanili del Chievo e arrivato ai piedi della Sila ancora minorenne, rappresenta l'unico vessillo di cosentinità in grado di dare un barlume di speranza in un barca che naviga in un mare in tempesta.
Il talento scovato da Mezzina è alla quarta stagione con la casacca rossoblù e non è mai sbocciato definitivamente, sia per i diversi infortuni seri che hanno costellato la sua esperienza in riva al Crati, ma probabilmente anche e soprattutto per le proprie scelte di vita che lo hanno limitato nella crescita professionale.
Per diventare calciatori di categoria superiore c'è bisogno non solo di tecnica ed imprevedibilità, le quali a dir la verità non sono mai mancate in Florenzi, ma serve anche quella sana dose di cattiveria e determinazione, quella che ti fa prevalere in campo anche contro avversari più arcigni e che non fanno complimenti in campo.
Il giovane Aldo, appartiene al segno dell'ariete, leader naturale dello zodiaco. Governato da Marte, il pianeta dell'azione e della determinazione, questo segno sa come attrarre l'attenzione con la sua energia e il suo entusiasmo. Estremamente coraggioso, non ha paura di affrontare le sfide. La fiducia in sè stessi e la capacità di prendere decisioni rende gli arieti persone molto carismatiche. La loro innata leadership è osservabile anche nella vita quotidiana, dove riescono a trascinare gli altri con il loro spirito combattivo e la loro determinazione a raggiungere gli obiettivi.
E in un momento così delicato per la storia del Cosenza Calcio, caro Aldo, è arrivato il momento giusto per diventare grande e regalare un finale di stagione degno di questa maglia, che aspetta da tempo un nuovo Alberto Urban, un altro Enrico Buonocore, un moderno Oberdan Biagioni.