Il Cosenza Calcio è ufficialmente in ostaggio: caro Franz, ora è il tempo di agire!

Svanita anche l’offerta avanzata dal gruppo Citrigno per l’acquisizione del sodalizio rossoblù. Ora c'è bisogno di azioni concrete
22.03.2025 18:45 di  Pasquale Riganello   vedi letture
Il sindaco Franz Caruso
Il sindaco Franz Caruso
© foto di ANSA

Quello che sta vivendo il tifoso del Cosenza Calcio nelle ultime settimane, è difficilmente spiegabile.

Una situazione paradossale che non ha precedenti e probabilmente non si augurerebbe neanche…al peggior nemico.

Mesi di voci, notizie confermate pubblicamente dai diretti interessati, da una parte articoli di giornali che raccontano di progetti ed ambizioni roboanti, dall’altra la cronaca di debiti che pare crescano a vista d’occhio e una retrocessione sul campo soltanto da formalizzare, a cui nessuno in società sembra dare peso. Si brancola nel buio in attesa che qualcuno si degni a spiegarci che cosa si vuol fare di questo glorioso club.

E’ passato soltanto un anno, da quando nel giorno delle “festa” per il 110° anniversario, il presidente Guarascio prendeva in mano il microfono per annunciare davanti a 20.000 anime incredule, che si stava lavorando nel costruire una società in grado di poter raggiungere l’obiettivo più agognato: la massima serie. Da allora si sono susseguiti tanti piccoli autogoal che sommati tra loro, hanno portato alla situazione odierna, in cui ci si affida completamente nel gruppo squadra per tentare l’ennesimo miracolo.

La notizia di queste ore vede il gruppo Citrigno comunicare ufficialmente il ritiro dell’offerta presentata nei giorni scorsi per l’acquisto della società. Una news che non ha sorpreso più di tanto la tifoseria, ben cosciente circa le reali intenzioni del presidente, ostinato nel voler concludere la stagione per poter rivenderla ad un prezzo maggiore, convinto com’è di sfangarla anche questa volta.

Non è poi il primo, ad essersi scontrato in questi mesi contro il muro di gomma alzato dal binomio che comanda nel Cosenza Calcio.

E’ stato in primis Raffaele Vrenna, a gettare la spugna, proprio quando le cronache narravano finanche di una stretta di mano raggiunta.

Mentre ancora prima, da luglio, ad interfacciarsi con la governance di Viale Magne Grecia è stato un fondo arabo, che ha punti di contatto con l’alto tirreno cosentino, il quale ha presentato una grossa offerta ed un progetto che si propaga al di là del calcio, spaziando tra infrastrutture e sostenibilità. Trattativa che non si è ancora arenata ufficialmente, poiché non sarà il destino dell’area sportiva a decretare la sua felice conclusione.

Sarà il tempo a stabilire se quella di Alfredo Citrigno rappresenti una resa incondizionata, di fronte a cotanta insolenza dall’altro lato della barricata, oppure se sia solo una mossa per attendere tempi migliori.

Ora le speranze della tifoseria, visto il destino sportivo che sembra ormai segnato, si rivolgono verso il primo cittadino. E’ considerato infatti come l’unico attore in grado di poter liberare il Cosenza Calcio e sottrarlo dalle grinfie di chi vuole mantenere il giocattolo a tutti i costi, a discapito di una intera tifoseria che non vede più un futuro.

Nei giorni scorsi è stato proprio il sindaco della città di Cosenza, l'avvocato Franz Caruso, a palesare l’opportunità di compiere un atto più unico che raro, ossia rimuovere la convenzione per l’affidamento dello stadio San Vito-Marulla al presidente di una società di calcio, che ricordiamo risulta inadempiente da 2 anni verso l'amministrazione comunale.

Atto che dovrà sicuramente passare da regolamento dall’approvazione in consiglio comunale.

Siamo consapevoli del fatto che tale soluzione non sia una conclusione degna dopo 14 anni, ma l’obiettivo prioritario in questo momento resta pur sempre la salvaguardia del futuro del calcio a Cosenza, patrimonio di un’intera provincia. 

Per cui il tempo delle chiacchiere è finito, ora servono fatti concreti, che diano seguito alle volontà espresse attraverso tutti i canali comunicativi.

Il Cosenza e i suoi tifosi, non possono svanire nel silenzio più assoluto di chi li rappresenta.