Scontri post Brescia-Cosenza, 94 tifosi a processo: il Viminale chiede un milione di euro di risarcimento

A quasi un anno dai violenti scontri avvenuti allo stadio Rigamonti al termine della sfida tra Brescia e Cosenza dell’1 giugno 2023, si apre il capitolo giudiziario di una vicenda che ha segnato profondamente il finale della scorsa stagione calcistica. Sono 94 i tifosi imputati per quanto accaduto quel giorno, con accuse pesanti come resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni, danneggiamenti e invasione di campo.
Il procedimento si sta svolgendo presso il tribunale di Brescia, dove si è costituito parte civile anche il Ministero dell’Interno, che ha avanzato una richiesta di risarcimento pari a un milione di euro per i danni materiali subiti e per il danno d’immagine generato dagli scontri.
I percorsi processuali degli imputati si sono differenziati: due hanno chiesto di patteggiare, 32 puntano al rito abbreviato, 50 hanno avanzato richiesta di messa alla prova, mentre 10 affronteranno la discussione per il rinvio a giudizio. Il giudice dell’udienza preliminare, Federica Brugnara, ha aggiornato l’udienza al prossimo 6 novembre, quando si entrerà nel vivo delle scelte procedurali.
Fa notizia anche l’assenza tra le parti civili del Brescia Calcio, nonostante il club fosse tra i soggetti danneggiati dagli incidenti. Il presidente Massimo Cellino ha spiegato la decisione come un gesto di responsabilità volto a non esasperare ulteriormente i rapporti con una tifoseria ormai apertamente ostile nei suoi confronti. Una scelta che divide, tra chi la legge come un segnale distensivo e chi invece si aspettava una presa di posizione più netta da parte della società.
La vicenda giudiziaria non è che un tassello di una frattura profonda tra parte della tifoseria e la dirigenza del club, acuita dai risultati sportivi e da un clima teso che, anche a distanza di mesi, continua a far discutere.